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FOGLIE E ACQUA
 

“ siam come in Autunno…”

Sull’argomento “trasformazione” ci si è soffermati sul percorso della foglia dalla nascita alla “morte”.

La foglia, attraverso l’apporto dell’acqua e della luce, prima alimenta la pianta che la sostiene, un po’ come un pannello fotovoltaico.

Passa tutte le stagioni, rinsecchisce e cade, si dice ormai “foglia morta”.

Ma attraverso la sua macerazione, diventando Humus, continua ad alimentare la pianta che l’ha sostenuta e riparte il ciclo.

Come nel breve ma intenso componimento di Ungaretti, anche se riferito alla precarietà dei “soldati”, a cui si può facilmente sostituire il termine in “uomini”, fotografare le foglie è come un reportage sulla nostra esistenza.

Ma allora non si muore, ci si trasforma in un lungo viaggio tra passato e futuro, possiamo tranquillamente dire all’“Infinito”.

Il paragone tra esseri umani e foglie ha del resto una ricca tradizione letteraria dalla Bibbia, passando da Omero e Dante fino al nostro Ungaretti dove il ragionare sui massimi sistemi ci porta a chiedere: “dove stiamo andando?”.

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